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La Direzione del Partito Comunista ha preso atto dell’orientamento del governo federale circa gli allentamenti nelle misure anti-Coronavirus. A emergere è una imbarazzante mancanza di strategia da parte delle autorità, il che crea solamente confusione, sfiducia e malcontento fra i cittadini e questo non favorisce il necessario clima di solidarietà e coesione fondamentale per superare un’emergenza. Ci preoccupa il crescente sfilacciamento delle relazioni sociali e temiamo che si giunga presto al limite da un punto di vista psicologico soprattutto per i più giovani (oltre alle ben evidenti difficoltà economiche e sociali).

Certo ci rallegriamo che – come da noi suggerito in due atti parlamentari – si vada verso una riapertura delle sale di lettura delle biblioteche e che sul piano dello sport vi siano timidissimi passi avanti, così come giusto è permettere la ripresa delle attività di animazione socioculturale giovanile, ma riteniamo che occorra fare di più.

Sul fronte dei vaccini la Svizzera non solo avanza a rilento ma sembra allo sbaraglio! Siamo preoccupati che, ben più delle opportunità sanitarie, prevalgano scelte o di interesse economico con le multinazionali farmaceutiche private o di campo geopolitico: mal si comprende altrimenti che il nostro Paese non abbia considerato i vaccini russi, cinesi e cubani.

La Direzione del Partito Comunista, preso atto che l’attuale modalità di gestione della pandemia non potrà protrarsi in eterno, e convinta che a sinistra occorra analizzare tutte le ripercussioni di questa pandemia, ha deciso di lanciare una urgente consultazione interna fra i membri e i simpatizzanti del Partito e della Gioventù Comunista che terminerà nei prossimi giorni per valutare la situazione sul fronte delle risposte alla pandemia e se del caso proporre un cambio di paradigma nella gestione della stessa.

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