La petizione sottoscritta da 4’378 cittadini rappresentanti dal compagno Zeno Casella a nome del movimento dei cosiddetti “Scioperi per il clima” e depositata il 15 marzo 2019 è stata discussa dalla Commissione Ambiente, Territorio ed Energia del Gran Consiglio ticinese, la quale il 1° ottobre 2020 ha presentato un rapporto elaborato dal deputato PPD Giovanni Berardi.
La petizione avanzava quattro rivendicazioni emerse dagli “scioperi per il clima”:
- Rendere gratuito il trasporto pubblico per i giovani in formazione
- Ridurre la produzione di emissioni inquinanti da parte delle imprese ticinesi
- Ridurre l’impatto ambientale degli enti pubblici
- Trasferire il traffico merci su ferrovia.
Il rapporto commissionale – firmato anche dai commissari dei Verdi e del Partito Socialista – aderisce solo alla quarta richiesta. La prima rivendicazione, relativa alla gratuità del trasporto pubblico, viene bocciata in quanto “sociale” e dunque non in grado di contrastare il cambiamento climatico. Le altre due proposte vengono invece evase con due interrogazioni al governo, in pratica: il gioco dello scaricabarile!
Oltre a ciò l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ha deciso di affrontare questo dibattito in “procedura scritta”: in pratica è autorizzato a parlare solamente il relatore della Commissione e poi si deve subito passare al voto. L’unica possibilità per gli altri deputati di esprimersi è attraverso una velocissima dichiarazione di voto di al massimo un minuto. Vano il tentativo del Partito Comunista di trasformare la modalità di dibattito: i partiti di centro e di destra avevano fretta di “mettere via” la petizione.
Nell’ambito delle dichiarazioni di voto tuttavia i nostri deputati Massimiliano Ay e Lea Ferrari hanno motivato in estrema sintesi le motivazioni che ci portavano a non accettare le conclusioni commissionali, giudicate estremamente deludenti.