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Oggi 26 maggio come accade ormai regolarmente si svolgerà a Lugano lo “Swiss Israel day”, un momento di pesante propaganda sionista che mette in evidenza il legame che esiste non solo sul piano economico-commerciale ma pure su quello politico (anche a sinistra!) fra la Svizzera e Israele, uno Stato razzista e guerrafondaio, creato artificialmente dall’Occidente imperialista ai danni della Palestina.

Negli anni scorsi, al di là di partecipati eventi pubblici in solidarietà alla resistenza palestinese e di campagne di solidarietà con i giovani “refusnik” israeliani che rifiutano con coraggio il servizio militare e la condanna per la scelta del Festival Internazionale del Film di Locarno di fungere da megafono per la cultura ufficiale del regime sionista, abbiamo interpellato il governo e il Municipio di Lugano sull’opportunità di sponsorizzazioni di enti pubblici e para-pubblici di questo evento politico privato, così come sulla presenza sul nostro territorio nazionale di criminali di guerra israeliani. Come sempre la politica borghese, e spesso anche quella socialdemocratica, ha fatto orecchie da mercante alle nostre denunce perché quando si parla di Tel Aviv, in quanto a rispetto dei diritti umani, valgono i proverbiali due pesi e due misure.

Al di là della kermesse israelo-svizzera che andrà in scena oggi a Lugano, sono due i dati che più preoccupano il Partito Comunista:

  1. il consolidarsi della già nota cooperazione militare e di intelligence fra il nostro esercito (neutrale) e le forze armate di occupazione israeliane e i loro servizi di spionaggio e
  2. l’influenza esercitata spesso in modo nascosto in ambito accademico, culturale (anche massmediatico) ed educativo da intellettuali sionisti e sulla quale anche sul fronte progressista si sta lavorando troppo poco.
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