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Mi riferisco al fatto di cronaca relativo all’arresto di uno studente della Scuola Cantonale di Commercio che sembra stesse preparando un attentato nell’Istituto scolastico. Premesso evidentemente che occorre lasciare le indagini alla Magistratura senza enfatizzare oltremodo una storia di per sé triste, sono emerse però due questioni che meritano risposta: il sottobosco del mercato delle armi e quello dei poligoni di tiro privati.

Pongo quindi le seguenti domande:

1) Non ritiene il Consiglio di Stato di dover prendere posizione nei confronti delle autorità federali affinché sia allestito un registro federale delle armi per garantire un controllo più capillare delle armi in circolazione?

2) Non ritiene opportuno introdurre una prova di necessità e di capacità per l’acquisto e la detenzione di ogni arma da fuoco?

3) Quanti sono e come sono regolamentati i poligoni di tiro privati nel nostro Cantone?

4) Che tipo di formazione e autorizzazione devono disporre i titolari di tali centri?

5) Corrisponde al vero quanto pubblicato dal portale “Gas”, secondo cui il poligono di tiro frequentato dal 19enne disponesse “nella sala adiacente che funge anche da mescita, delle bacheche con cimeli nazisti, come foto di Hitler e oggettistica ispirata al nazionalsocialismo”?

Massimiliano Ay, deputato del Partito Comunista

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