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La Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri (CG MPP) presieduta dal leghista Norman Gobbi, su proposta del ministro della difesa Guy Parmelin (UDC), ha deciso di obbligare anche le ragazze a partecipare alla cosiddetta “giornata informativa” dell’esercito una volta compiuta la maggiore età. Non si tratta ancora della leva obbligatoria femminile, ma è un primo passo in quella direzione ed è per questo una decisione che condanniamo fermamente!

La retorica della parità fra uomo e donna non ci tange: questa proposta non ha infatti nulla a che vedere con l’emancipazione femminile, al contrario è una nuova forma di messa sotto tutela della donna nel contesto di una militarizzazione crescente della società. Il governo e la destra hanno per obiettivo quello di procedere a un maggiore controllo sociale sulle nuove generazioni, che oggi avviene anche tramite l’arruolamento forzato e l’indottrinamento nelle caserme.

Il segretario della CG MPP Alexander Krethlow ha dichiarato: “Vogliamo ottenere l’adesione di più donne per il servizio militare e civile”. Fino a ieri le alte sfere militari hanno protestato per i troppi civilisti, mentre oggi ne vorrebbero avere di più? Il rischio qui è che il servizio civile venga utilizzato dalla destra come clava contro i diritti dei lavoratori per abbassarne i salari sfruttando i giovani coscritti. Nel contempo inserire più donne nell’esercito significa aumentare gli effettivi di un esercito già palesemente sovradimensionato.

Il Partito Comunista ribadisce la necessità di abolire l’obbligatorietà del servizio militare e di liberare energie umane e risorse finanziarie per progetti prioritari inerenti la sicurezza sociale e la risoluzione pacifica dei conflitti. Oltre a ciò condanna la faziosità nella giornata informativa tutta incentrata sulla lode di un esercito che per fortuna ha sparato di rado, ma che quando l’ha fatto ha rivolto le armi contro il suo stesso popolo. E se il governo è tanto sensibile alla partita uomo-donna, lasci stare le caserme e inizi a impegnarsi, garantendo la parità salariale delle lavoratrici e a ridurre l’età pensionabile!

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