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A seguito delle prove cantonali standardizzate di italiano e matematica condotto dal Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi è emerso un profilo preoccupante degli allievi nelle scuole elementari ticinesi. In pratica ad essere più bravi a scuola sono i bambini di cittadinanza svizzera privi di passato migratorio e soprattutto con un’origine sociale ed economica benestante.

E’ la conferma di quello che il Partito Comunista continua a sostenere da anni: nella scuola ticinese e svizzera esiste ancora una forte selezione sociale e l’uguaglianza di possibilità è ancora troppo influenzata dall’origine familiare e di classe degli studenti. Fa bene quindi il DECS a sostenere “la necessità di mantenere alta l’attenzione sugli aspetti dell’equità e dell’inclusione”, ma ciò non sarà possibile solo coi proclami.

Occorre un piano di investimenti nelle scuola pubblica affinché lo Stato elimini tutti gli ostacoli di carattere sociale ed economico che impediscono la piena uguaglianza di possibilità e il più ampio diritto allo studio per i giovani. Tali misure dovranno vertere sulla gratuità dei servizi offerti dalla scuola e l’abbandono di pratiche pedagogiche come l’approccio per competenze dettate dagli interessi del padronato.

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