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Prima del 2012, anno in cui si decise definitivamente di cambiare destinazione dello stabile cantonale situato in via Trevano a Lugano, la presenza della Casa dello studente di Lugano costituiva un fattore di attrattività per gli studenti provenienti da zone discoste che volevano intraprendere degli studi secondari o terziari nelle scuole situate nel Luganese.

Nel medesimo anno, un’interrogazione (n° 144.12) affermava che l’allora Casa dello studente di Lugano ospitava circa 40 studenti del medio-superiore, i quali, sempre secondo i firmatari, provenivano principalmente dalle valli del Sopraceneri: abitare in una zona dislocata rappresenta un fattore discriminatorio nella scelta del proprio futuro formativo e il fatto di poter usufruire di tale servizio alleviava questo elemento selettivo.

Pertanto una Casa dello studente a Lugano migliora l’accessibilità a diverse sedi scolastiche e democratizza la scelta del percorso scolastico post-obbligatorio: l’assenza di tale servizio è da considerarsi dunque lesivo nei confronti del diritto allo studio. Infatti, qualora l’elemento geografico influenzi la scelta del percorso scolastico e le condizioni socio-economiche limitino la possibilità di trovare privatamente una soluzione, gli studenti di valle sono svantaggiati rispetto ai propri coetanei che vivono nelle regioni urbane e suburbane.

Nella risposta alla suddetta interrogazione, il Consiglio di Stato adduceva argomentazioni legate al perfezionamento del trasporto pubblico – riferito particolarmente all’asse Lugano-Bellinzona – e alla neonata Casa dello studente di Bellinzona. Difatti, secondo il Governo, la creazione della Casa dello studente nel bellinzonese, unito al miglioramento ferroviario, sarebbe stata la panacea al problema degli studenti residenti nelle valli ticinesi.

Tuttavia, in risposta ad un atto parlamentare successivo (n° 153.14), sempre il Consiglio di Stato ammetteva implicitamente la scarsa attrattività della nuova struttura: nell’anno 2014 la Casa dello studente di Bellinzona “aveva ricevuto solamente 11 iscrizioni su 13” e i presenti totali nella struttura erano 15 su 16 posti disponibili.

Si ricorda inoltre che nel rapporto della Commissione della gestione del 4 giugno 2013, in seguito approvato dal parlamento, il Consiglio di Stato veniva esortato a “trovare una nuova sede per la casa dello studente a Lugano o dintorni, con la possibilità di fruire della refezione (colazione e cena) e di una sorveglianza per i minorenni.”

Stando a quanto premesso, i sottoscritti deputati chiedono al Consiglio di Stato:

1. Dal momento che nel 2012 si contavano 40 studenti presenti nella struttura di Lugano, come si ritiene possibile, tenendo conto del ricambio generazionale, che dopo 2 anni il numero sia drasticamente sceso a 15? Lo scarso numero di iscrizioni alla struttura è da attribuirsi al ridotto beneficio per gli studenti intenzionati a studiare in un istituto del Luganese?

2. Attualmente a quanto ammontano le iscrizioni alla Casa dello studente di Bellinzona?

3. Quanti sono gli studenti provenienti dalle valli ticinesi che attualmente studiano negli istituti del luganese? Quale differenza si constata rispetto alle iscrizioni della medesima fascia e sezione demografica negli istituti del Sopraceneri?

4. Secondo il Governo, la posizione dell’attuale Casa dello studente rappresenta un elemento discriminatorio per gli studenti residenti nelle valli che vogliono studiare nel luganese?

5. Vista l’elevata presenza di centri scolastici di grado secondario e terziario nel Luganese, il posizionamento di una Casa dello studente a Lugano, oltre a quella di Bellinzona, non è da considerarsi strategico per lo sviluppo formativo dei giovani?

6. Al fine di contrastare lo spopolamento delle valli e il relativo invecchiamento della popolazione, il Consiglio di Stato non ritiene che un allargamento di questo tipo di offerta pubblica possa incentivare le famiglie a non trasferirsi verso i centri urbani?

7. Rispetto agli studenti delle zone urbane e suburbane, quali sono le differenze di scelta del percorso post-obbligatorio dei coetanei residenti in valle?

8. Non si ritiene che una retta annuale per la Casa dello studente basata su un sistema progressivo calcolato sulla base del reddito disponibile possa rafforzare il diritto allo studio e incentivare maggiormente gli studenti di valle, ma non solo, ad intraprendere degli studi universitari in Ticino?

9. In che modo il Consiglio di Stato intende dare seguito, anche a fronte di una situazione finanziaria più florida, alle richieste espresse dal parlamento?

Massimiliano AyLea Ferrari, deputati del Partito Comunista

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