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Presidente, Consigliere di Stato, colleghe e colleghi,

ho presentato questa mozione nel febbraio 2018 anche alla luce della mia esperienza sia cantonale sia comunale nell’ambito della trattazione di petizioni che i cittadini inviano all’autorità.

In questi consessi, le firme raccolte tramite piattaforma on-line venivano certamente prese in considerazione, com’è giusto che sia, ma capitava nei commenti e nelle discussioni, fra deputati e consiglieri comunali, emergere una certa perplessità sul fatto che fosse “fin troppo facile” raccogliere firme in questo modo anziché in quello tradizionale, quasi a banalizzare o a sminuire il senso di questa o quella petizione solo perché, accanto a poche firme autografe su carta, ve ne erano numerose invece raccolte online e quindi sostanzialmente non confermate e prive di qualsiasi verifica.

Si rendeva dunque necessario a mio avviso un chiarimento, e cioè: fino a che punto l’utilizzo di siti internet, fra l’altro anche esteri, fosse a tutti gli effetti riconosciuto come parte del diritto di petizione.

Il fatto che il governo, e la stessa Commissione che ne sposa di fatto le tesi, dichiarino che le petizioni online sono pienamente riconosciute è sicuramente positivo. Non nascondo il dubbio che mi resta, e cioè che senza almeno una firma autografa davvero il tutto venga non solo riconosciuto ma soprattutto non sminuito. Ma non ho nemmeno motivo per dubitare dell’interpretazione del consulente giuridico.

Come Partito Comunista alla fine non voteremo questo rapporto, non perché inaccettabile, anzi riconosciamo allo stesso di aver voluto fare chiarezza, e di questo ringraziamo la relatrice Alessandra Gianella, ma restiamo perplessi anzitutto sul fatto che che si legittima – mi si passi il termine – una sorta di “privatizzazione” della raccolta firme su piattaforme appunto private, alcune delle quali nemmeno svizzere.

Inoltre – diciamo che è l’auspicio da parte nostra – riteniamo che sia il caso che in forma ufficiale, non solo quindi in un rapporto commissionale, si dichiari che il valore di una petizione online o cartacea è identica e cioè che una petizione con un dato numero di firme di proprio pugno è identica a una petizione caricata ad esempio su change.org o su altre piattaforme private di questo genere.

Grazie per l’attenzione.

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