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La Gioventù Comunista (GC) ha recentemente preso atto di una dinamica sempre più nefasta portata avanti dal PLR e dai suoi giovani, sia a livello cantonale che nazionale.

I liberali ticinesi in una recente nota stampa ammoniscono la sinistra, in modo particolare quella radicale, per aver annunciato il lancio di un referendum sull’ennesimo pacchetto fiscale: insomma quello che viene tanto acclamato come la formula magica per rafforzare il nostro tessuto economico. Tuttavia, continuano recidivamente a omettere i risultati di questo modo di portare avanti l’economia.

La promozione di aliquote sempre più basse per le persone giuridiche e fisiche ha nei fatti attirato degli investimenti sul territorio, ma per valutare i risultati di queste misure non è sufficiente fermarsi al dato quantitativo: queste sempre più ingenti deduzioni fiscali hanno infatti favorito l’insediamento di aziende logistiche a basso valore aggiunto, che hanno sfruttato la posizione geografica della nostra regione per abbattere i costi del lavoro ed evadere il fisco del paese d’origine. Oltre alla possibilità di poter godere di vantaggi e favori fiscali, queste aziende hanno largamente impiegato personale frontaliero creando una concorrenza sleale nei confronti dei lavoratori indigeni. Fattore che ha creato un progressivo livellamento verso il basso dei salari, creando una situazione sempre più insostenibile per i salariati, per i quali non si sono mai attuate delle politiche regolatorie per difendere il diritto ad un salario dignitoso.

Al contempo, questo pacchetto fiscale viene ancora servito con un contorno che stuzzica il palato della popolazione. Infatti, con una prassi del ricatto politico che sembra ormai ben rodata, accanto alle misure di fiscali sono stati affiancati degli investimenti pubblici nell’istruzione e nella socialità. Insomma, dopo aver portato avanti delle politiche di austerità e di taglio alla spesa pubblica, le quali hanno progressivamente causato problemi strutturali nei servizi dello Stato, ora si ergono come strenui difensori della responsabilità e del pragmatismo politico. Ottimo esempio di come usare “il bastone e la carota” per i proprio scopi!

Se essere responsabili significa tagliare nei servizi pubblici (istruzione, sanità e socialità) creando la necessità di investimenti pubblici, per successivamente sfruttare questi bisogni per promuovere le proprie politiche neoliberali e fiscali, lasciamo pure a loro questo vanto. Per portare avanti l’innovazione serve ben altro: è difficile pensare alla promozione di settori altamente tecnologici, quando lo Stato viene spogliato delle proprie risorse per investire in maniera mirata in questi settori strategici.

Non è finita qui. Contemporaneamente, i giovani liberali nazionali, in accordo con la linea politica del partito adulto, lanciano un’iniziativa popolare per aumentare l’età pensionabile fino a 66 anni. Pare sempre più evidente che i liberali continuano a favorire i privilegi delle persone facoltose e parallelamente a smantellare i diritti sociali delle lavoratrici e dei lavoratori. Infatti per coloro che hanno un discreto patrimonio – favorito dalle deduzioni fiscali – per permettersi di andare in prepensionamento a 50 anni, l’aumento dell’età pensionabile non avrebbe alcun effetto, mentre la fascia media e medio-bassa della popolazione, che fatica oltremodo a risparmiare per andare in vacanza, si vedrà progressivamente obbligata, andando di questo passo, a lavorare fino ai 70 anni. I giovani liberali vogliono, in sostanza, portare avanti le politiche neoliberiste del partito adulto distruggendo i diritti sociali di un’altra generazione, la loro.

Insomma, per l’ennesima volta il PLR e i suoi giovani si dimostrano il più irremovibile difensore delle diseguaglianze sociali ed economiche, senza rendersi conto dell’inefficacia delle proprie misure economiche. Se questa la chiamano responsabilità, noi facciamo appello a un altro tipo di responsabilità e pragmatismo: non possiamo permettere che il futuro dei giovani lavoratori e delle giovani lavoratrici venga ipotecato da simili politiche antisociali, classiste e inefficaci, pertanto invitiamo tutta la popolazione ad unirsi a noi nella raccolta firme per il referendum contro il nuovo pacchetto fiscale.

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