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1. A differenza del Partito Operaio e Popolare (POP), partito conosciuto per le sue sempre molto attive campagne politiche (sic!), il Partito Comunista (PC) ha numerose attività cui partecipare. Sabato 12 ottobre 2019, mentre il POP manifestava a Bellinzona per il Rojava, noi eravamo intenti a realizzare un volantinaggio per le prossime elezioni federali, una riunione bilaterale con un dirigente del Partito Comunista Italiano (PCI) venuto a trovarci e abbiamo partecipato a una conferenza sulle relazioni con la Cina promossa dall’Associazione Amici del Ceneri alla presenza dell’economista Alfonso Tuor e moderata dalla nostra candidata al Consiglio Nazionale Angelica Forni.

2. Il Partito Comunista non ha aderito alla manifestazione di Bellinzona del 12 ottobre 2019 perché essa, più che contro la guerra in Siria (che dura dal 2011 e sulla cui risoluzione pacifica già ci siamo espressi varie volte pubblicamente), supportava la causa del separatismo etnico. Tale posizione non è condivisa né dal nostro Partito, né dai comunisti siriani e turchi. Inoltre era promossa da organizzazioni estere che hanno collaborato con gli Stati Uniti nella regione. Alla luce di ciò il Partito Comunista ha preferito non aderire a detta manifestazione rilasciando una dichiarazione che, peraltro in anticipo rispetto ai fatti, perorava un accordo fra le milizie curde e il governo siriano.

3. Norberto Crivelli, rappresentante del POP e (eterno) candidato alle elezioni federali, commentando la nostra assenza a detta manifestazione sul portale TicinoToday, si è permesso di attaccare nuovamente il Partito Comunista in modo gratuito. Definire il nostro segretario politico Massimiliano Ay (peraltro da anni attivo nell’ambito della cooperazione internazionalista) “profondamente anti-curdo” e ritenendo che “non sopporta i curdi” equivale a una malcelata accusa di razzismo in perfetta malafede, che denota un astio personale che spinge Crivelli a diffamare chiunque non la pensi come lui (non a caso nel Partito del Lavoro aveva fatto piazza pulita di un’intera generazione!). Non condividere l’opzione politico-militare del separatismo etnico non significa infatti provare sentimenti di odio verso un intero popolo come vuol far intendere Crivelli! Tali dichiarazioni, per di più espresse a ridosso del voto per le elezioni federali, dimostra il nefasto intento di creare zizzania in una sinistra che faticosamente ha provato – peraltro con successo – a unirsi per eleggere una deputata a Berna!

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