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Il Partito Comunista esprime solidarietà agli studenti e ai lavoratori dell’Ecuador e del Cile che in questi giorni affrontano la repressione dei rispettivi governi neo-liberisti, alleati dall’Occidente e ostili al processo di integrazione bolivariana promosso da Cuba, Venezuela, Nicaragua e Bolivia che renderebbe l’America latina indipendente dalle politiche neo-coloniali degli USA.

Le rivendicazioni dei manifestanti sono chiare e condivisibili. In entrambi i Paesi i rispettivi Partiti Comunisti sono attivi nel movimento e operano con i loro quadri politici e sindacali per dare allo stesso una guida politica e ideologica e di orientarlo così verso uno sbocco avanzato nel conflitto di classe.

L’aumento del prezzo dei trasporti pubblici in Cile e l’abolizione dei sussidi sull’acquisto di carburante in Ecuador sono state le micce che hanno fatto esplodere la rabbia sociale che covava però da tempo: di fronte a disuguaglianze sociali sempre più marcate e di fronte a continue misure d’austerità, si è delineata una lotta di classe che pone nell’agenda politica dei rispettivi paesi concetti avanzati che vertono sul superamento del capitalismo, ad esempio la rivendicazione di nazionalizzare le miniere di rame in Cile, ecc.

In Ecuador il presidente Lenin Moreno, che dopo aver tradito bellamente le promesse elettorali, ha iniziato un’opera di distruzione dei diritti sociali costruiti dalla Rivoluzione Cittadina guidata dal suo predecessore Rafael Correa, ha riallineato il suo Paese ai diktat di Washington e del Fondo Monetario Internazionale. In Cile il presidente Sebastian Pinera, già ministro del lavoro ai tempi della dittatura di Augusto Pinochet, dal canto suo ha risposto alle manifestazioni studentesche e operaie mobilitando l’esercito contro il proprio stesso popolo, come avveniva durante i tempi più bui del regime militare.

Se una frazione delle brutalità a cui stiamo assistendo in Ecuador e in Cile fossero avvenute in Venezuela o in Nicaragua nei mesi scorsi ci sarebbe stata un’asfissiante campagna mediatica delle agenzie stampa atlantiche contro questi Paesi. E invece, visto che i governi di Quito e di Santiago sono liberali e hanno disciplinatamente riportato nel campo atlantico i propri paesi, ecco che i servizi televisivi si guardano bene dall’utilizzare la medesima enfasi.

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