Sì all’iniziativa contro la cementificazione e qualche critica alle modifiche costituzionali ticinesi

Indicazioni di voto per le votazioni popolari del 10 febbraio 2019

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Il Comitato Centrale del Partito Comunista ha discusso anzitutto sull’iniziativa ecologista contro la dispersione degli insediamenti, in votazione il prossimo 10 febbraio, e invita a votare alla stessa. L’intento è di iscrivere nella Costituzione federale il principio di non espandere ulteriormente le zone edificabili. Nuovi azzonamenti verrebbero compensati con dezonamenti in un altro luogo e si eviterebbe di continuare la corsa alla cementificazione eccessiva a cui si sta assistendo nel nostro Paese.  I comuni dispongono oggi infatti di troppo margine di autonomia e questa iniziativa popolare ha il merito di intervenire per impedire di continuare la gestione caotica del territorio attuale con proliferazione di casette monofamiliari e un deperimento delle zone verdi. Gli strumenti pianificatori e legislativi necessari per frenare la cementificazione ed arrestare la perdita dei terreni fertili per l’agricoltura sarebbero già in nostro possesso, ma solo approvando questa iniziativa si potranno applicare al meglio tali norme necessarie per preservare il suolo e la produzione agricola svizzera.

Il Partito Comunista ha poi affrontato anche la discussione sulle modifiche costituzionali ticinesi approvate dal Gran Consiglio nell’ambito della riforma della Legge sui diritti politici e da indicazioni per tre sì e un No:
  • alla modifica costituzionale relativa alla possibilità di votazione popolare su progetti con varianti.
  • all’allungamento dei tempi di raccolta delle firme che, benché ancora insufficiente, rappresenta un passo avanti a favore della democrazia diretta.
  • , ma criticamente, alla modifica riguardante i ticinesi all’estero: benché essa faccia chiarezza rispetto allo status quo, si critica il fatto che venga mantenuto il discrimine del concetto feudale di attinenza.
  • No per contro alla modifica costituzionale relativa alle iniziative legislative che rappresenta una limitazione ai diritti popolari.
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