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Il ministro degli esteri della Confederazione, Ignazio Cassis, parteciperà allo Swiss Israel Day previsto il 27 maggio a Lugano. Come sempre questo evento di propaganda autocelebrativa della lobby sionista nel nostro Paese, gode di ampio risalto mediatico e di traversale legittimità politica: non ci risulta però – alla faccia della nostra neutralità – che il Consiglio Federale attribuisca altrettanto dignità politica e diplomatica all’altra faccia della medaglia, ossia l’anniversario della Nakba, la cacciata dalle case e dai villaggi dei palestinesi – sia cristiani sia musulmani – che in quei luoghi vivevano da secoli e che dal 1948 rivendicano il diritto al ritorno.

L’anno scorso, nell’ambito dello Swiss Israel Day, venne invitato a Lugano una persona ricercata dalla giustizia di alcuni paesi europei per crimini di guerra. Oggi cosa si potrà “celebrare” se non il recente assassinio di 60 persone, il ferimento di 2’700 palestinesi e il collasso sanitario di Gaza? E’ inoltre noto come il regime sionista disponga dell’arma nucleare e che costituisca un grave pericolo per la pace nella regione mediorientale: basti pensare alle recenti incursioni contro l’integrità territoriale siriana. Eppure tutti si limitano a condannare il programma nucleare iraniano o coreano, paesi che a differenza di Israele non occupano territori altrui (Israele occupa l’85% della Palestina storica!). Con i tipici due pesi e due misure, a Israele tutto è concesso, perché l’economia svizzera ne risulta colonizzata!

Di recente l’Unione Democratica Federale (UDF) ha proposto di spostare a Gerusalemme l’ambasciata svizzera nello Stato di Israele. Si tratta di una provocazione di una gravità inaudita che metterebbe fine alla neutralità svizzera e chiarirebbe a tutto il mondo arabo come la Confederazione sia ormai totalmente succube della Casa Bianca e di fatto complice delle politiche di aggressione alla nazione palestinese: dei politici lungimiranti e seri eviterebbero di giocare col fuoco sulla nostra sicurezza! Peccato che oltre alla provocazione dell’UDF, persino il sindaco di Lugano Marco Borradori si sia permesso di parlare di Gerusalemme quale capitale di Israele, scavalcando in maniera perlomeno inopportuna la diplomazia svizzera che, invece, continua a riconoscere Tel Aviv come capitale.

Denunciamo inoltre le infiltrazioni sioniste nelle radiotelevisioni finanziate dal canone che ospitano regolarmente e quasi esclusivamente presunti “esperti di sicurezza” con noti e fin troppo espliciti rapporti con Israele, così come siamo preoccupati dalle influenze di propaganda sionista nei seminari delle università svizzere dove Tel Aviv sviluppa il suo soft-power compromettendone la libertà accademica.

Il Partito Comunista trova in generale squallida la genuflessione del nostro Paese ai voleri israeliani e rivendica la riconquista della nostra sovranità in politica estera: la lobby sionista che controlla parte della nostra economia nazionale e a cui persino il nostro esercito si piega indecorosamente con partenariati scandalosi deve finalmente essere posta sotto tutela dai servizi di informazione.

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