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Il prossimo 4 marzo saremo chiamati a votare sul Nuovo Ordinamento Finanziario 2021 (NOF 2021), il quale, seppure oscurato da un doveroso dibattito pubblico sull’iniziativa “No Billag”, solleva a sua volta questioni di particolare rilievo per il nostro Paese.

Attualmente, la Confederazione dispone della competenza per riscuotere l’imposta federale diretta (IFD) e quella sul valore aggiunto (IVA) unicamente fino alla fine del 2020; nell’IFD, lo ricordiamo, rientra anche l’imposta sul reddito delle persone fisiche e quella sull’utile delle persone giuridiche. Con questa modifica costituzionale, viene chiesto di prolungare tale competenza fino al 2035, ovvero per altri 15 anni. Per le casse pubbliche, il prelievo di queste imposte federali (IFD e IVA) genera quasi i due terzi delle entrate, che senza la riforma verrebbero altrimenti a mancare.

Tuttavia, il NOF 2021 pone a nostro giudizio due problemi degni di nota. Da una parte, il primo consiste nella proposta di stabilire, ancora una volta, una competenza limitata nel tempo per la riscossione dell’IFD. Come previsto dal primo progetto del Consiglio federale, sarebbe stato invece preferibile abolire del tutto una scadenza temporale a tale facoltà. In questo modo, si sarebbe sancito in modo stabile e definitivo un’imposizione del reddito e dell’utile da parte della Confederazione.

Dall’altra, non possiamo esimerci dall’esternare una certa avversione rispetto all’intenzione di mantenere inalterata la presenza dell’IVA. Quest’ultima, sebbene apporti allo Stato introiti considerevoli, costituisce infatti un’imposta iniqua nella misura in cui colpisce in modo indiscriminato gli alti e i bassi redditi. Una parte di queste risorse, piuttosto, andrebbe compensata inasprendo il carico fiscale alle classi più facoltose.

Detto ciò, reputiamo profondamente discutibile lo svolgimento di una votazione unica sul prolungamento della riscossione dell’IFD e nel contempo dell’IVA: accorpando in un oggetto due proposte ben distinte, un simile modo di procedere tende a ledere la libertà di voto dei cittadini.

Siamo consci dell’importanza di potere continuare a disporre delle risorse necessarie al buon funzionamento dello Stato, ma riteniamo anche che questo modo di procedere sia un ricatto bello e buono per chi come noi vuole abolire l’IVA o chi, come altre forze politiche, la vuole quantomeno rivedere.

Riteniamo inoltre che – oltre a rinunciare definitivamente all’IVA quale mezzo prioritario di finanziamento della spesa pubblica federale – si debba abolire l’assurdo limite temporale alla riscossione dell’IFD.

Il Partito Comunista invita quindi a bocciare il NOF 2021 come indicazione politica per un netto cambiamento di rotta in ambito fiscale!

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