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Il Partito Comunista esprime la propria solidarietà al compagno George Mavrikos, segretario generale della Federazione Sindacale Mondiale (FSM) e suo rappresentante permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), a cui è stato negato il visto per entrare su territorio degli Stati Uniti d’America.

George Mavrikos – che è spesso in Svizzera nell’ambito delle riunioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) di Ginevra a cui il nostro Partito partecipa regolarmente – aveva infatti previsto un viaggio negli USA il prossimo mese di marzo per prendere parte a un evento dell’ONU a New York, ma il governo statunitense ha deciso di impedirgli l’accesso nel Paese. Si tratta non soltanto di una decisione anti-democratica intesa a ostacolare l’attività sindacale, ma è anche una discriminazione verso la FSM che fin dal 1945 è parte riconosciuta e attiva dell’ONU.

Molto grave è pure la dichiarazione delle autorità degli USA, secondo cui la FSM deve anzitutto essere esonerata dal sistema “Terrorist Travel”. Una provocazione inaccettabile perché inserisce sotto il pretesto della lotta al “terrorismo” una storica organizzazione sindacale internazionale, la FSM appunto, che conta oggi oltre 92 milioni di membri in 126 paesi del mondo e che è rappresentata non solo all’ONU di New York, ma anche all’ILO di Ginevra, alla FAO di Roma, all’UNESCO di Parigi, ecc.

Non ci sfugge che la motivazione è politica: non soltanto si discrimina George Mavrikos in quanto in passato deputato del Partito Comunista di Grecia (KKE), ma poiché si vuole ostacolare su territorio nordamericano il sindacalismo anti-imperialista rappresentato dalla FSM. Eppure questo è il paese che si arroga il diritto di esportare una presunta “democrazia”.

Ci chiediamo come sia possibile continuare a far lavorare le organizzazioni internazionali come l’ONU su territorio statunitense, se poi il governo di Washington nega in maniera arbitraria il diritto di entrata ai funzionari e ai delegati di tali organizzazioni. Dopo l’aggressione illegale dei giorni scorsi contro la sovranità della Siria, gli USA si macchiano di un altro atto di pirateria internazionale.


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