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L’iniziativa popolare federale “Sì alla soppressione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)” verrà sottoposta al popolo il prossimo mese di marzo. Essa chiede che la Confederazione o terzi da essa incaricati non possano riscuotere un canone radiotelevisivo, e inoltre che la Confederazione metta all’asta periodicamente concessioni per la radio e la televisione. L’iniziativa vuole sopprimere l’articolo 93 cpv. 2 della costituzione federale che recita così: “La radio e la televisione contribuiscono all’istruzione e allo sviluppo culturale, alla libera formazione delle opinioni e all’intrattenimento. Considerano le particolarità del Paese e i bisogni dei Cantoni. Presentano gli avvenimenti in modo corretto e riflettono adeguatamente la pluralità delle opinioni”.

Le conseguenze di un’accettazione dell’iniziativa No Billag sono chiare: i canali radiotelevisivi della SSR e le 34 radio locali e televisioni regionali privati che beneficiano di una concessione non percepiranno più il canone. Se questi enti non troveranno rapidamente delle risorse alternative di finanziamento, rischiano fortemente di dover chiudere. Secondo i calcoli dell’istituto BAK Basilea, per tutta la Svizzera si tratta di 13’500 impieghi che sono in gioco con la chiusura degli enti pubblici e privati di radiotelevisione.

Nel Canton Ticino a beneficiare del canone sono la RSI, Teleticino, Radio 3i, Radio Fiume Ticino.
L’accettazione dell’iniziativa No Billag si tradurrebbe in una perdita di posti di lavoro e nella sparizione o in un consistente ridimensionamento di radio e TV.

Abbiamo appreso con piacere che il Consiglio di Stato ha deciso di prendere posizione sull’iniziativa popolare “No Billag”, invitando la popolazione ticinese a respingere l’oggetto che sarà posto in votazione a livello federale il prossimo 4 marzo.

Preoccupati dalle conseguenze che potrebbe avere l’iniziativa sulla realtà della Svizzera Italiana e del Cantone Ticino ci permettiamo con la presente interrogazione di chiedere al Consiglio di Stato:

  1. Cosa succederebbe in Ticino se passasse l’iniziativa No Billag? Quali sarebbero le conseguenze per l’economia cantonale e quali passi concreti bisognerebbe intraprendere?
  2. Quanti posti di lavoro sono minacciati in Ticino? Quali sarebbero le conseguenze per l’occupazione e come verrebbero gestita la situazione?
  3. La SSR sostiene pure il cinema svizzero. Il Canton Ticino sarebbe disposto ad assumersi parte del finanziamento che verrebbe mancare nel caso l’iniziativa No Billag venisse accettata?


Bellinzona, dicembre 2017


Pelin Kandemir Bordoli, Alex Farinelli, Claudio Franscella, Ivo Durisch, Michela Delcò Petralli, Fabio Käppeli, Giorgio Fonio, Giancarlo Seitz, Gabriele Pinoja, Massimiliano Ay, Francesco Maggi, Germano Mattei

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